Ciò che ho Insegnato ad Alida e ciò che Lei ha Insegnato a Me (Marzo 2011)
Ciò che ho Insegnato ad Alida e ciò che Lei ha Insegnato a Me (Marzo 2011)
Quando Alida e’ nata io avevo 30 anni e fino ad allora la mia vita era stata, gioco nell’infanzia, divertimento e studio dell’adolescenza, lavoro e divertimento dai 18 ai 28 anni eta’ in cui mi sono sposata e quindi, di conseguenza ho avuto un carico di responsabilita’ e di impegno maggiore. Ma tutto sommato, fino a quel momento, non avevo mai vissuto delle difficolta’ vere e proprie.
Il 2001 e 2002 sono stati gli anni piu’ brutti, ma anche i piu’ ricchi di emozioni e di significato di tutta la mia vita e tutto questo grazie ad Alida. Appena nata piangeva cosi’ delicatamente da intenerire qualsiasi persona le stesse intorno e poi ha sempre continuato con la stessa tattica infatti ancora oggi ovunque vada e qualsiasi persona incontri i risultati sono sempre gli stessi.
Alida riesce a trasmettere serenita’, allegria, umanita’, dolcezza e non tutti riescono in questo.
A seguire, nonostante tutto il dolore fisico provocato da acidita’ continua al suo stomaco e a innumerevoli visite subite da innumerevoli dottori e da molti esami invasivi e non, lei era sempre paciosa e felice.
Be’, in questi primi anni, mi ha insegnato la tenacia, la forza di volonta’, la dolcezza, la serenita’, l’amore in un modo che io non avevo mai provato prima. Amore che per me alle volte e’ stato anche difficile dimostrare perche’ convivevano in me altri sentimenti difficili da combinare con l’amore.
Ho soprannominato mia figlia lumachina e io al contrario sono molto veloce, o perlomeno credo di esserlo. Da qui si riesce gia’ ad immaginare quello che e’ potuto accadere negli anni e la fatica che ho fatto alle volte ad aspettare. Questa quindi e’ un’altra cosa che mi ha insegnato e forse e’ anche la piu’ importante.
Se penso invece a cio’ che le ho insegnato mi viene da pensare di aver fatto davvero tanto per lei sempre i primi anni della sua vita. Alle volte mi chiedo come ho fatto, ma spiegazioni non ce ne sono. L’ho fatto e basta e in quel momento credo che non mi rendessi neanche conto. Diciamo che mi sono completamente annullata per aiutarla in ogni modo, di giorno e di notte. Praticamente 24 ore al giorno ero a sua disposizione per vederla star meglio, per vederla crescere, per vederla felice. Sono stata anche la sua fisioterapista, la sua logopedista nonche’ educatrice professionale. Ho preteso tanto, alle volte anche un po’ bruscamente e non vado nei particolari perche’ potrei rischiare di essere segnalata al telefono azzurro.
Qualcuno, scherzosamente, spero, mi ha appioppato l’aggettivo di mamma cattiva perche’ amavo metterla alla prova spesso e in ogni modo. Lo aveva gia’ capito da sola, ma io le ho insegnato che la vita alle volte e’ difficile e bisogna impegnarsi e lottare per raggiungere gli obiettivi provando e riprovando. E poi le ho insegnato e questo lo ha capito ancor meglio che le vogliamo un bene immenso e abbiamo fatto e faremo sempre qualsiasi cosa per lei e furbamente spesso se ne approfitta un po’ di questo particolare. Inoltre vivendo con Alida ho imparato a gioire in maniera smisurata di cose che a un’altra persona potrebbero risultare irrilevanti.
Negli ultimi anni c’e’ stato un passaggio di testimone e l’insegnante preferito di Alida e’ diventato Leonardo.
Sono contenta e credo che stiano facendo tanto l’uno per l’altro. Alida e’ perfetta per quanto riguarda la sensibilita’ e la dolcezza e suo fratello al contrario e’ riuscito a tirarle fuori anche un po’ di buona cattiveria.
Anche senza comunicazione verbale, riusciamo ad avere degli scambi emozionali grandi, alle volte basta uno sguardo per farmi pensare a quanto sono stata fortunata ad avere una figlia come Alida, anche se allo stesso tempo condanno pesantemente la sua sindrome. Senza di lei sarei rimasta ferma dov’ero e invece ho allargato i miei orizzonti, ho conosciuto persone speciali che non avrei incontrato, sto crescendo Leonardo con competenze che non avrei avuto, vedo con occhi diversi qualsiasi cosa mi capiti davanti. Ora come ora l’unica cosa che mi spaventa e’ il futuro per suo fratello, ma credo che se sapremo trasmettergli cio’ che proviamo, fino in fondo, senza nascondere niente, sapra’ anche lui cogliere fino in fondo il valore di convivere con una sorella speciale.
Silvana Grasso