Arianna
Papà Vittorio viene svegliato di soprassalto a notte fonda ed ha appena il tempo di vedere all’uscita della sala parto, all’interno di un carrello con la cupoletta di vetro, una bimba piccolissima della quale risaltano solo due grandi occhioni verdi: Arianna.
Arianna cresce bene durante i primi mesi di vita. Poi comincia a mangiare poco e inizia a mostrare qualche impercettibile tremito. È l’inizio della ricerca del problema che sfocia, dopo diversi mesi, nella diagnosi. Un duro colpo, anche perché, come si sa, i medici non ne sanno abbastanza e, per evitare illusioni, ti mostrano subito il lato oscuro del problema. Ma papà e mamma hanno i suoi occhioni, i suoi (rari) sorrisi e questo dà loro comunque una grande forza per andare avanti.
Arianna inizia a interagire con il mondo, a mostrare di comprendere le parole, a riconoscere le persone. E alle persone più care Arianna si affida completamente, delega i suoi giochi, le sue azioni. Ma bisogna essere forti, dicono; intorno a lei ci si sforza di non accontentarla sempre, si prova a resistere ai suoi occhi imploranti che chiedono solo di giocare al posto suo. L’asilo nido aiuta a fare in modo che Arianna si stacchi dai genitori e inizi a socializzare con altre persone, ad abituarsi alla presenza di altri bambini.
Comincia una terapia del gioco e della riabilitazione motoria. Arianna ha una terapista che prova a farla giocare, a farla dirigere verso di lei, a superare ostacoli. E Arianna arranca, a quattro zampe, strisciando per terra come una lumachina, rotolandosi verso la meta. Inizia finalmente a decidere di agire in maniera autonoma.
Nasce Gaia. Arianna è contenta e Gaia se ne accorge subito. Iniziano a giocare un po’ tra di loro e Arianna inizia a camminare da sola quando inizia Gaia: vedere Gaia “correre” verso la mamma è per Arianna una sfida al vuoto, alla paura. E dunque, come una giraffa appena nata, con le sue gambette lunghe e magre, si stacca dagli appoggi e inizia a camminare da sola. Splendido! Gaia scatena la prima crisi di gelosia di Arianna.
Arianna continua a crescere lentamente ed il suo vocabolario è già ricchissimo. Inizia a indicare le persone con strani segni, ciascuno dei quali individua univocamente una persona. Allora capiamo che possiamo attaccarci a questa sua idea e iniziamo a “segnare” le cose, le persone. Arianna accetta questo gioco e mostra subito di averne capito i meccanismi. Allora si prova a rendere utile il gioco e inizia ad andare a scuola della lingua dei segni, quella usata dalle persone sordo-mute. Ed anche qui Arianna dà prova di sé, raccoglie molte informazioni ed arricchisce costantemente il suo dizionario di segni. Ora, a circa 9 anni, ne conosce e ne usa più di 200. Alcuni tra questi sono frutto della sua fantasia (i segni delle persone), gli altri sono quelli “canonici” della lingua dei segni.
Arianna è ancora alla scuola materna. Si cerca di trattenercela per quanto possibile dato che, in quel contesto, si riesce a farla stimolare al gioco, al contatto con gli altri bambini, alla emancipazione dai grandi. Alla materna è anche seguita da una insegnante della lingua dei segni che va da lei due volte alla settimana e cerca di insegnare la lingua dei segni, in quanto mezzo espressivo, anche agli altri bambini.
Arianna non mastica ancora; la sua pappa è un frullatone di tante buone cose che papà o mamma gli danno da mangiare sul seggiolone (stando attenti perché, appena si distraggono, lei si alza dal seggiolone, avvicina con la mano la sedia più vicina e scende….). Le pappe sono abbondanti ma, malgrado gli sforzi, Arianna ha il fisico di una indossatrice..
Arianna ha un buon carattere, è molto socievole, gioca soprattutto con i grandi (che sono, con lei, sempre molto più ben disposti dei bambini). Papà e mamma sono un po’ stanchi perché Arianna si sveglia tutte le notti e, visto che dorme con Gaia, si alza dal suo lettino e li va a trovare. Non riesce a stare ancora senza uno di loro, almeno di notte. Ogni tanto loro la sgridano e le dicono di restare nella sua stanza, da Gaia; ma lei li guarda, sorride, fa finta di non aver capito e si mette a dormire nel lettone dopo qualche sbadiglio infastidito…
Per contattare la famiglia : E-mail Silveli&Vittorio
Se anche tu vuoi fare la differenza puoi aiutarci con una donazione
Bonifico Banco Posta sul Conto nr. 41709205
IBAN: IT30 K076 0101 6000 0004 1709 205, Agenzia Arona intestato a:
“AISiWH Via Tiziano n. 20, 62010 Montecosaro (Mc)”.
Bonifico Banca Unicredit Agenzia di Montecosaro (MC)
IBAN: IT17 L020 0868 9810 0010 2307 700, intestato a:
“AISiWH Via Tiziano n. 20, 62010 Montecosaro (Mc)”.
Iscritta nel Registro del Volontariato Regione Marche provv. n. 57 del 01-07-2008
Sede: Via Tiziano, 20 - 62010 Montecosaro (Mc)
Tel./Fax: 0733864275
email: info@aisiwh.it
C.F. 97216930152

AISiWH è certificata: